domenica 20 gennaio 2013
La vita di Pi
Un libro che è uno straordinario racconto d'avventura e al tempo stesso una metafora della vita: "il mondo e' come lo percepiamo, giusto? Nel percepirlo ci aggiungiamo sempre qualcosa, e la vita diventa una storia" . Potrebbe essere accostato a "La strada" di Cormac McCarthy perché riflette sul significato della vita in condizioni estreme, quando non c'è più nulla che possa giustificare la lotta, quando la vita stessa e' solo fatica, sofferenza, buio. Eppure nel libro di Yann Martel c'è una grande serenità di fondo che deriva dal senso religioso del protagonista, una religiosità non strutturata, Dio e' presente, c'è', e' il Dio nella sua concezione più alta "Colui che è " tanto che il protagonista diventa contemporaneamente induista, cristiano e musulmano perché ".. tutte le religioni sono vere. Io voglio solo amare Dio" . Per Pi e' impossibile pensare che Dio non esista: " gli atei sono fratelli e sorelle di un altro credo. Ogni loro parola e' impregnata di fede. Percorrono fino in fondo il cammino della ragione, ma poi fanno un salto, proprio come me." La vicenda ha connotati altamente drammatici ed a tratti raccapriccianti (parlando di naufraghi torna alla mente la zattera della medusa con tutto il suo carico di crudeltà ) ma su tutto prevale in ogni istante l'amore per la vita :" la vita e' così bella che la morte se ne innamora. Un amore possessivo e geloso che afferra tutto ciò che può ", il rispetto per tutti gli esseri viventi: Pi, vegetariano, a distanza di anni prega ancora per le tartarughe ed i pesci che ha brutalmente ucciso per sopravvivere. Tutta la vicenda e' inoltre una grande metafora: domare la tigre che lo tiene in vita e' domare la parte più selvaggia di noi, quella che ci consente di reagire alle avversità ma che tenderebbe a prendere il sopravvento ed annientarci come uomini. Un libro ben scritto, forse un po' lento all' inizio ma poi incalzante e commovente nel quale ci sono tutti gli elementi tradizionali del libro d'avventura, compresa l'isola misteriosa. Un racconto sospeso come e' sospeso il protagonista tra mare e cielo, realtà' resa molto bene dal cinema con inquadrature nelle quali la scialuppa sembra fluttuare nel cielo, con plancton e pesci luminescenti che si confondono con le stelle. Il Film molto e' fedele al libro (fa eccezione l incontro in mezzo al Pacifico del naufrago francese che finisce poi tra le fauci della tigre), anch'esso un po' lento all'inizio ma poi coinvolgente, disturba solo un poco l'eccessiva impronta new age, ma nel complesso merita un giudizio decisamente positivo.
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