Un’ umanista moderna riscopre e racconta una grande umanista veronese del XV secolo: Isotta Nogarola, facendo rivivere la Verona del tempo con i suoi paesaggi urbani, i mercati, le chiese, le dimore patrizie sede d’incontri di politici e letterati.
Frutto di una scrupolosissima ricerca, alternando citazioni e profondi afflati poetici, quello di Anna Pacifico è un romanzo storico coltissimo ed eruditissimo che dimostra una grande capacità di introspezione per la sapienza, la delicatezza e la profondità con la quale va raccontando il dramma di Isotta. Votata allo studio delle lettere e condannata ad un ruolo di comprimarietà dalle consuetudini del suo tempo che accetta, pur non condividendole, ella non cessa mai di combattere per la sua liberazione senza scorrettezze nè furberie accettando di pagare di persona ed anzi infliggendosi da se stessa la punizione: un esempio fulgido per la nostra età decadente che ha fatto del profitto, della frode e dell’impunità i suoi valori portanti . Isotta, quasi una femminista ‘ante litteram’, e si ritaglia un posto di spicco nel panorama letterario italiano ed europeo, vivendo nel contempo la sua sofferta storia d’amore.
“La lettura apre l’animo, lo purifica, lo allena a decifrare sentimenti ed intenzioni, ad affinare il giudizio, a soppesare le sofferenze e la disperazione” ed è proprio questo il lavoro che l’autrice svolge nel suo romanzo lasciandoci il senso del dramma vissuto da Isotta ma anche una grande serenità, un abbandono totale. L’ultima parte del romanzo è la più intima, malinconica, poetica. la vita della protagonista si spegne piano piano come la fiammella di una candela consunta “..quando si dimettono ad uno ad uno gli affetti più cari, è come morire a poco a poco.”, ” ..mi hanno abbandonato i demoni e gli angeli, e con essi se ne sono andati anche i miei sogni”. La figura della protagonista, uscita dalle nebbie della storia e fatta rivivere nelle pagine di Anna Pacifico, vi ritorna sfumando a poco a poco e parlando di Eutimia, la sua creatura spirituale dichiara: “nessuno potrà mai conoscere il suo vero volto. Esso mi appartiene, come l’altra faccia della luna appartiene alla notte” perchè in realtà “dei nostri giorni resta così poco e soltanto quel che vogliamo, il resto dell’opera lo setaccia il tempo”.
Un romanzo storico-poetico quindi che non è una cronaca perchè come dichiara l’autrice: “oltre le pagine di qualsiasi ricostruzione storica, restano ‘le porte dei morti’, quelle sbiadite cicatrici che marchiano le antiche dimore, a custodire tutte le risposte possibili alle istanze dell’immaginazione”