sabato 1 novembre 2008

Halloween



Quando ero bambino attendevo con ansia il cosiddetto 'ponte dei santi e morti', era una festa della famiglia, si andava tutti al cimitero, anche i non credenti, ad onorare coloro che ci avevano preceduti. Poi, ci si riuniva a casa attorno ad un camino scoppiettante, tra un bicchiere di novello e le caldarroste di stagione si faceva grata memoria del passato e si raccontava del presente. Nel giro di pochi anni la società è cambiata, il 'progresso culturale' ha fatto entrare nelle nostre case 'nuove tradizioni': oggi si festeggia Halloween.
Ciò che preoccupa è che ormai le stesse scuole stiano inculcando nei nostri figli questa tradizione estranea alla nostra cultura: una festa pagana a cui sono stati aggiunti elementi di cultura magico-esoterica. E' grave che i nostri figli perdano il senso, il rispetto e il significato ultimo della vita e della morte e che prendano sul serio il mondo dell’occulto, la magia, l’esoterismo.
La morte non esiste è un passaggio ad un’altra dimensione e nella notte tra il 31 e il primo novembre queste due dimensioni, questi due 'mondi' s’incontrano...

Da bambino ho imparato a considerare come valori: la sofferenza, il sacrificio, il senso del dovere, mai sfuggendo alla vita reale. In tale prospettiva, la morte trovava il suo significato, la Vita la sua pienezza. Mi pare che quelle zucche vuote che vedo ormai dappertutto siano come le nostre teste: abbiamo perso il senso della nostra memoria storica. Tollerando Halloween lasciamo un vuoto culturale che l’«irrazionale colmerà con la fuga nel misterioso e nel magico».

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