Quando il primo uomo sbarcò sulla luna, io avevo sette anni. Me lo ricordo bene, quel giorno, anzi quella notte nella quale i miei genitori mi concessero per la prima volta di restare alzato dopo carosello. Il primo uomo sulla luna : Neil Armstrong - il cognome lo imparai subito! e oggi dopo quarant'anni me lo ricordo ancora!).
In televisione la notizia la diede Tito Stagno, che poi divenne il giornalista RAI specializzato sui voli spaziali. Ricordo pure che si sentiva la voce di Ruggero Orlando. Quell'evento e' stampato molto nitidamente nella mia memoria: il televisore in bianco e nero acceso ad un'ora impossibile, le immagini chiare e scure, la voce inconfondibile di Tito Stagno, gli applausi di mio nonno. Il ricordo di quei momenti mi commuove ancora
NEIL ARMSTRONG: «That's one small step for man; one giant leap for mankind»
Paolo VI assistette all’'evento seguendolo in televisione da Castelgandolfo. All’'Angelus domenicale, poche ore prima, ancora una volta aveva pensato all’uomo, diffidandolo dall'’idolatrare i progressi della scienza («È vero che lo strumento moltiplica oltre ogni limite l’efficienza dell’uomo; ma questa efficienza è sempre a suo vantaggio? Lo fa più buono? Più uomo? ...Nell’ebbrezza di questo giorno fatidico, vero trionfo dei mezzi prodotti dall’uomo, per il dominio del cosmo, noi dobbiamo non dimenticare il bisogno e il dovere che l’uomo ha di dominare se stesso»). In ogni caso, pochi minuti dopo l’allunaggio l’'uomo – immagine di Dio – era per lui anche nei volti seminascosti dei protagonisti dell’Apollo 11 ai quali si rivolgeva inneggiando «Gloria a Dio nell’'alto dei cieli e pace in terra agli uomini del buon volere! (…) Onore, saluto e benedizione a voi, conquistatori della Luna, pallida luce delle nostre notti e dei nostri sogni! Portate ad essa, con la vostra viva presenza, la voce dello spirito, l’inno a Dio, nostro Creatore e nostro Padre. Noi siamo a voi vicini con i nostri voti e con le nostre preghiere».
Li avrebbe visti bene i volti dei tre cosmonauti, ricevendoli in Vaticano nell’ottobre dello stesso anno. Paolo VI contraccambiò il dono di un ciottolo lunare con una ceramica raffigurante i Re Magi. Tre uomini di scienza un po’ come loro, capaci di muoversi scrutando il cielo stellato. Consapevoli di una intrinseca razionalità del cosmo, orientati senza saperlo verso la scoperta di un altro Mondo.
"contemplo i cieli, opera delle tue mani (o Signore), la luna e le stelle che Tu vi hai seminate, che cosa è mai l’uomo perché tu ti ricordi di lui? Eppure di poco Tu l’'hai fatto inferiore agli Angeli, di gloria e di onore Tu l'hai coronato; e Tu l'hai posto a capo delle opere delle Tue mani; tutto hai messo sotto i suoi piedi».
Erano – questi ultimi versetti del Salmo VIII – gli stessi deposti in suo nome da Armstrong e Aldrin, in una speciale scatola alla base della bandiera americana piantata sul suolo lunare verso l’alba di quella notte fra il 20 e il 21 luglio, quarant’anni fa.